MacBook Air M1

Introduzione

Questa sarà una recensione un po’ insolita che si discosterà profondamente dai temi sin qui trattati. Credo profondamente nello scopo di questo piccolo spazio di Internet che mi sono ritagliato in questi anni, ed è proprio per questo che averlo abbandonato in questi mesi mi è costato non poca sofferenza. Manca purtroppo, in questo periodo di chiusure ed incertezza, la sicurezza di tornare a visitare quei templi del culto della cellulosa, che altro non sono che i cinema, dove fino all’anno scorso trascorrevo volentieri le serate nella piacevole compagnia delle mie amicizie più strette ed affiatate. Colgo quindi l’occasione per tornare a condividere la mia opinione su un qualcosa di diverso, sempre però attinente alla mia quotidianità.

Come già anticipato, questa sarà una recensione un po’ atipica. In parte perché esula dal contesto cinematografico e videoludico che tratto con consuetudine, mentre dall’altra perché è uno spaccato estremamente soggettivo della mia esperienza con questa macchina. Sicuramente su Internet troverete persone ben più competenti di me che hanno trattato molto approfonditamente l’analisi di questo oggetto, difettando tutti però, secondo me, nell’approccio: troppo orientato ai creatori di contenuti e dimenticandosi dell’utente più comune. Le review mainstream si collocano, infatti, nella fascia di utenti che per mestiere usano i computer per editing video, montaggio audio e post-produzione dei contenuti che poi vengono montati al fine di raccontare il prodotto. Io non faccio parte di questa cerchia di utenti, essendo uno studente-lavoratore che utilizza prevalentemente un pc portatile per la suite Office ed il web browsing. Fatte queste premesse quindi, andrò ad approfondire quelli che per me sono i punti salienti di questo MacBook Air M1 (2020), che mi sta facendo compagnia già da un po’ e del quale muoio dalla voglia di parlarvi.

Design

Diciamoci la verità, è da parecchi anni che il design dei MacBook Air non viene rinnovato e forse entro questo 2021 vedremo finalmente un restyle del MacBook Pro. Il profilo di questo Air M1 perciò è praticamente identico a quello presentato nel 2018, quindi non perfettamente piatto ma leggermente inclinato sul profilo. Il fattore estetico è strettamente personale naturalmente e le tre colorazioni disponibili, silver (grigio chiaro), space gray (grigio scuro) e gold (oro) dovrebbero accontentare un po’ tutti. Le dimensioni sono molto compatte, circa 30cm di larghezza per 21cm di profondità ed un’altezza che varia dai 0,4cm agli 1,61cm nel punto più alto. Il logo Apple sul retro è in alluminio e non retroilluminato, come oramai non è più già da parecchio tempo, ma risulta sempre molto elegante e piacevole (e si pulisce facilmente dalle ditate). Da chiuso il suo effetto “design” illumina l’ambiente circostante e trasmette una inequivocabile sensazione di piacere estetico a tutta la scrivania. In sintesi: è bello anche da chiuso.

Ergonomia

Qui, ancora più che nel punto precedente, le cose si fanno estremamente soggettive. In conseguenza al suo design non perfettamente piatto ma leggermente “in pendenza” (se mi passate il termine), scrivere su una scrivania è molto piacevole, come quando si alzano i piedini su una classica tastiera desktop, cosa che nelle lunghe sessioni serali di scrittura della tesi, ad esempio, mi ha aiutato tanto. Questa inclinazione aiuta poi anche a non strusciare i polsi sul bordo affilato dello chassis. Il peso è molto contenuto, meno di 1.3Kg il che lo rende estremamente leggero e grazie alle sue dimensioni è anche facile da trasportare, sia a mano che in uno zaino o borsa: difficilmente non troverete uno spazio dove metterlo se andate al lavoro, in università o a casa di un amico. Ho trovato in oltre questo MacBook molto ben bilanciato, si tiene in mano (sia da aperto che da chiuso) senza problemi e scrivendo, poggiandolo sulle ginocchia, anche accavallate, non da mai l’impressione di essere instabile. Quindi se avete necessità di usarlo in viaggio su un piccolo tavolino in treno o aereo o sulle gambe in autobus o metro state tranquilli che sarà perfetto per le vostre necessità.

Audio e Video

Il display Retina è un 13″ a tecnologia LED dalla risoluzione 2550×1600, che garantisce una eccellente qualità delle immagini che non vi deluderà mai (visto che difficilmente su uno schermo così piccolo vi metterete a guardare foto o video 8k). Per analisi accurate e tecniche sul bilanciamento dei colori, sulla luminosità e la densità dei pixel fate riferimento alla scheda tecnica di Apple o a qualche review fatta da un professionista che sicuramente sarà più competente di me sull’argomento. Idem per la questione audio. La mia esperienza si basa esclusivamente su casi d’uso comune, ed è per questo che posso dirvi che, lavorando spesso con alle spalle ampi lucernari, anche nelle giornate più soleggiate non ho assolutamente problemi di visibilità. Lo schermo regola autonomamente la propria luminosità (cosa che potete fare anche voi manualmente) e la leggibilità è sempre molto buona, ma se vorreste lavorare in spiaggia sotto il sole diretto a mezzogiorno forse potreste incontrare qualche problema.

Dal punto di vista del sonoro invece la qualità delle casse è impressionante e la loro collocazione, ai lati della tastiera, permette di ascoltare musica da Spotify o le riunioni su Teams anche stando comodamente a letto sdraiati senza che nulla otturi l’audio in uscita. La qualità del microfono, mi è stato riferito è molto buona, peccato per la webcam integrata da soli 720p che nel 2021 son un po’ pochino, soprattutto se si passa una buona parte della giornata a fare call.

Tastiera e Trackpad

Avendo necessità di scrivere tanto, la tastiera è forse IL componente fondamentale di un buon computer portatile. Diversamente dalla generazione precedente, con i tasti a “farfalla”, Apple è tornata sui suoi passi reintroducendo un più comune sistema a “forbice”, che da un lato ha contribuito ad aumentare lo spessore del dispositivo migliorandone però nettamente la qualità della battitura. I tasti solo larghi e spaziosi, con una corsa silenziosa, breve e molto piacevole. Essendo la tastiera retroilluminata (con la luminosità adattiva a seconda dell’ambiente circostante, come lo schermo) scrivere di notte non è un problema. Come dicono tutti, ed è vero, il trackpad è semplicemente magico: preciso, piacevole, immediato. Spostarsi fra le app e le schermate è istantaneo e le gesture sono abbastanza intuitive. La pulizia della superficie dei tasti e del pad non è difficoltosa e basta avere un panno in microfibra asciutto per pulire la maggior parte dei componenti esterni di questo MacBook, dallo schermo alla tastiera.

Porte ed Accessori

Sul lato sinistro troviamo due porte usb type-c e sul lato opposto un jack da 3.5mm per le cuffie. Basta. Personalmente avrei messo almeno una porta type-c per lato così da facilitare la ricarica del Mac da entrambi i lati senza fare giri con il cavo ma per me, nella quotidianità, non è mai stato un problema soprattutto grazie all’autonomia che limita l’utilizzo dell’alimentatore.

Prestazioni ed Autonomia

Apple con il suo SoC in house ha fatto veramente il miracolo. Tutto è semplicemente veloce e reattivo e aprire Word, Excel, Safari o Spotify è veramente istantaneo. Per l’utente comune, ossia quello che deve portare a termine un lavoro nel minor tempo possibile, passare da un MacBook o un PC con processore Intel ad uno con M1 è praticamente indifferente dal punto di vista delle applicazioni, poiché Rosetta, l’interprete software che “converte” i programmi scritti per architettura Intel è estremamente performante e garantisce che tutti i software che non sono ancora stari riscritti per M1 di funzionare come (se non meglio) di prima.

Per professionisti come designer, modellatori, programmatori o creator, stando ai dati forniti da Apple, le prestazioni dovrebbero essere comunque nettamente superiori a quelle dei processori Intel, ma quello che veramente interessa al consumatore, ed è quello che ha destato in me molto interesse, non è tanto la potenza in sé, ma i consumi a parità di prestazioni. In queste settimane posso confermare che l’autonomia è senza dubbio molto buona e con wifi costantemente aperto e con un paio di app sempre in background riesco sempre a superare le 11h di utilizzo. Quando viaggio non porto mai con me l’alimentatore se so che starò via solo una giornata ed ho la certezza di avere “sotto il cofano” un hardware all’altezza delle mie necessità, così da garantirmi di lavorare ovunque sempre nella più completa serenità.

MacOs

Non nascondo che questo è il mio primo Mac in assoluto e provenendo da una più che ventennale esperienza con Windows, certe cose mi sembrano un po’ contro intuitive. MacOS Big Sur si comporta benissimo intendiamoci, l’interfaccia è pulita e minimale, la personalizzazione è ampia e la cura per i dettagli è indiscutibilmente superiore a quella del team di Microsoft anche se, capiamoci, sviluppare un sistema operativo che deve funzionare sul 90% dei PC in commercio e fabbricati da decine di produttori differenti è decisamente più complesso. Mi manca tanto, ad esempio, la gestione estremamente pratica ed intuitiva delle finestre, comunque implementabile con programmi free come Rectangle o Magnet che però è a pagamento sull’AppStore. C’è da dire però che Apple ha ovviato il problema proponendo una gestione delle scrivanie in maniera veloce e dinamica che, pur non risolvendo il problema, ci gira attorno in maniera più che soddisfacente.

Altra cosa strana sono le shortcut da tastiera, ma lì è solo questione di abitudine, un po’ come la “x” in alto alle finestre che non le chiude veramente ma le riduce ad icona, mentre il pulsante giallo della finestra le riduce ad icona ma in uno spazio separato della dock, cosa che però non succede per app come l’AppStore o Contatti che funzionano “normalmente” (mistero). A parte però queste piccole cose che mi fanno sorgere piccoli interrogativi, devo dire che MacOS è estremamente fluido ed intuitivo quindi non ci si mette molto a fare pratica ed ambientarsi.

Ecostistema

iCloud è una bomba. Potrei terminare qui il paragrafo e saltare al punto successivo perché c’è veramente poco da dire che non sia già stato detto da tutti. L’integrazione e la comunicazione fra i device Apple è fantastica, AirDrop mi ha salvato la vita e Sidecar, ossia il mirroring dello schermo su iPad è la svolta per prendere appunti in università. Io ho un iPad “standard” con la penna di prima generazione e la combo iPad-Mac è assolutamente vincente. Costosa, ma vincente.

Conclusioni

Se devo definire questa MacBook Air M1 in una parola allora questa è: gradevole. Tutto qui è gradevole, dalle animazioni sulla dock fino alle gesture, dallo sfondo dinamico al tema chiaro/scuro che è ben integrato non solo nell’OS ma anche nelle applicazioni (a differenza di Windows *coff coff*). L’ecosistema è un punto di forza indiscutibile e tutta l’esperienza d’uso è semplicemente, ottima. Qualsiasi cosa, dalla digitazione all’ascoltare musica è estremamente gradevole. Intendo dire proprio che è confortevole, senti che tutto va bene e nel verso giusto, non ci sono intoppi, non ci sono rischi (la diceria che sui Mac non ci sono virus ovviamente è falsa ma non è il momento di approfondire). Usare questo Mac mi ha fatto dire una cosa fra me e me: “Fa quello che gli chiedo, ne più ne meno, sempre ed ovunque, come ci si aspetta sempre da un computer, solo che questa volta non sono rimasto deluso”. Il fatto non è quindi relativo al prezzo, ma alle aspettative che crea e non distrugge nel suo utilizzo giornaliero. Non c’è panico, non c’è frustrazione (soprattutto) o disappunto perché quello che deve fare lo fa egregiamente. Fine.

9.0/10

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